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Vaccino anti-Covid, in Veneto nove anziani su dieci sono pronti a farlo

Aggiornamento: 12 gen 2021

L’indagine promossa dallo Spi del Veneto rivela pure che il 70% degli ultrasessantacinquenni lo renderebbe obbligatorio.

I sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e lanceranno una campagna pro-vax in tutta la regione



Venezia- Mestre, 9 gennaio 2021 - Vaccino sì, vaccino no. Il tema - già caldo in questa prima fase di vaccinazione riservata agli operatori del servizio sanitario e agli operatori e ospiti delle case di riposo - si fa rovente in vista della seconda fase (in programma da inizio febbraio) che coinvolgerà tutta la popolazione veneta, a partire dai circa 360 mila ultraottantenni residenti nella nostra regione.


Come si comporteranno, dunque, i cittadini di fronte alla possibilità di vaccinarsi contro il Coronavirus? Secondo quanto emerge da un questionario dello Spi Cgil del Veneto rivolto alle pensionate e ai pensionati una cosa è certa: gli anziani veneti si faranno vaccinare in massa, più che mai convinti che sia la scelta giusta per tutelarsi e che questo sia l’unico modo per superare la pandemia. Secondo l'indagine che ha coinvolto un numero molto elevato di over 65 - 2.197 persone, 63% uomini, 37% donne - 9 anziani su 10 si faranno “immunizzare” non appena arriverà il loro turno. Un risultato confortante per i sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil che avvieranno una campagna a tappeto per invitare i propri iscritti a vaccinarsi. Ma l’indagine regala altri risultati importanti.


Circa 7 anziani veneti su 10, infatti, sarebbero favorevoli all’obbligatorietà del vaccino. Il 10% si dice indeciso, per lo più ritenendo necessario renderlo obbligatorio ma solo per certe categorie (per esempio, i medici e gli operatori sociosanitari). Tra quell’esiguo 2,9% di ultrasessantacinquenni che non intendono invece vaccinarsi, domina la paura degli effetti collaterali. Pochissimi affermano invece di non temere il virus. Poi le risposte si dissolvono in vari rivoli: c’è chi si definisce no-vax, chi arriva da esperienze nefaste, chi ritiene la sperimentazione troppo affrettata. Ma rappresentano una parte davvero marginale del campione preso in esame.


«In un periodo come questo, di discussioni accese», sottolineano i segretari generali veneti Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Vanna Giantin (Fnp Cisl) e Fabio Osti (Uilp Uil), «questo sondaggio ci consegna dati molto incoraggianti, a maggior ragione se consideriamo l’ampiezza del campione. Il vaccino, la storia ce lo insegna, è uno dei più preziosi strumenti a garanzia della salute pubblica e vaccinarsi è una scelta responsabile, per sé stessi e per chi ci circonda. Non possiamo quindi che rinnovare il nostro invito a vaccinarsi, non appena sarà possibile. È un appello che lanciamo ai nostri anziani, alla popolazione in generale e in particolare a chi per lavoro si relaziona con il pubblico. Proprio a partire dal personale che ha in cura coloro che, contro questo virus, sono più fragili e indifesi, quali gli ospiti delle case di riposo».

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